AI Accademy
Completato
Principi fondamentali
QUARTA LEZIONE
Progettare il dialogo con l'Intelligenza Artificiale
Il prompt engineering è la disciplina che permette di guidare le soluzioni di intelligenza artificiale generativa verso output efficaci, rilevanti e coerenti con l’intento dell’utente. Non basta “fare una domanda”. Occorre saper costruire l’interazione con metodo, chiarezza e intenzione. A partire da un testo in linguaggio naturale, il prompt ha il compito di attivare un comportamento specifico del modello, indirizzandolo nella generazione di contenuti: testi, immagini, musica, codice o anche semplici conversazioni.
Alla base di tutto ci sono i modelli di machine learning su cui si fonda l’IA generativa: sistemi complessi addestrati su grandi quantità di dati, capaci di imitare certi tratti del ragionamento umano. Tuttavia, il loro comportamento è probabilistico, e senza indicazioni precise, possono generare risultati generici, ambigui o persino fuorvianti. Ecco perché la progettazione del prompt è così cruciale: non è solo tecnica, ma una forma di comunicazione tra umano e macchina, fatta di linguaggio, tono e struttura.
Un buon prompt deve sempre partire da una considerazione fondamentale: essere chiari, specifici e diretti. Dire “Scrivi un post LinkedIn motivazionale per manager del settore manifatturiero” è molto più efficace che chiedere semplicemente “Scrivi un post motivazionale”. L’IA risponde a ciò che chiediamo. E se siamo vaghi, anche il suo output lo sarà.
Inoltre, l’IA non conosce il nostro contesto operativo: non sa chi siamo, quale sia il nostro ruolo, il nostro scopo o per quale cliente stiamo lavorando. Per ottenere risposte utili, dobbiamo fornire contesto. Chiedere “fammi il budget di quest’anno” senza specificare numeri, settore o finalità, porta a una generazione generica e poco rilevante. Ogni dettaglio che aggiungiamo aiuta il modello a “capirci” meglio.
Tecniche e accorgimenti per prompt efficaci
Una delle tecniche più efficaci è la scomposizione progressiva di attività complesse in passaggi chiari e sequenziali. Se chiediamo all’IA di svolgere un’analisi articolata, meglio procedere a fasi. Ad esempio: “Prima aiutami a identificare i principali driver di costo”; solo dopo potremo dire “Ora strutturiamo un sistema di contabilità analitica basato su quei driver”. Questo approccio incrementale riduce il rischio di fraintendimenti e migliora l’accuratezza delle risposte.
Un altro aspetto spesso trascurato è la dichiarazione del formato atteso. Se vogliamo che il modello risponda con un elenco puntato, una tabella o un testo formale da inserire in una slide, dobbiamo esplicitarlo. L’IA adatterà il tono e la struttura della sua risposta in base a queste indicazioni, migliorando notevolmente la fruibilità del risultato finale.

Infine, una regola d’oro: definisci sempre cosa non vuoi. In molti casi è utile indicare limiti, restrizioni o stili da evitare. Frasi come “non usare tecnicismi”, “non citare ChatGPT”, oppure “non creare paragrafi in elenco” possono fare la differenza. Questo tipo di indicazioni non blocca la creatività del modello, ma la incanala nella direzione giusta, evitando errori o fraintendimenti.
Limiti, rischi e consapevolezza
L’efficacia di un prompt non dipende solo dalla tecnica, ma anche dalla consapevolezza dei limiti insiti nell’IA. Un prompt scritto male può portare l’IA a fornire risposte imprecise, generiche, o addirittura fuorvianti. Spesso accade quando mancano dettagli, o quando si chiede troppo in una volta sola. L’illusione che l’IA “sappia tutto” può generare errori seri, soprattutto in ambiti delicati come finanza, sanità o diritto.
Esiste anche il rischio di generare risposte distorte se il prompt è influenzato da pregiudizi, bias o linguaggi ambigui. L’intelligenza artificiale riflette – e amplifica – ciò che le viene dato. La progettazione consapevole del prompt è quindi anche una responsabilità etica. Per questo è importante formarsi, confrontarsi e testare continuamente approcci diversi.
In conclusione, il prompt engineering è molto più di una tecnica: è un ponte tra l’intelligenza umana e quella artificiale. Un ponte che va costruito con attenzione, intenzione e senso critico. Ogni parola conta. Ogni dettaglio ha un impatto. Ed è proprio nella cura con cui formuliamo le nostre richieste che si misura la qualità delle risposte che riceveremo.

QUARTA LEZIONE
Progettare il dialogo con l'Intelligenza Artificiale
Il prompt engineering è la disciplina che permette di guidare le soluzioni di intelligenza artificiale generativa verso output efficaci, rilevanti e coerenti con l’intento dell’utente. Non basta “fare una domanda”. Occorre saper costruire l’interazione con metodo, chiarezza e intenzione. A partire da un testo in linguaggio naturale, il prompt ha il compito di attivare un comportamento specifico del modello, indirizzandolo nella generazione di contenuti: testi, immagini, musica, codice o anche semplici conversazioni.
Alla base di tutto ci sono i modelli di machine learning su cui si fonda l’IA generativa: sistemi complessi addestrati su grandi quantità di dati, capaci di imitare certi tratti del ragionamento umano. Tuttavia, il loro comportamento è probabilistico, e senza indicazioni precise, possono generare risultati generici, ambigui o persino fuorvianti. Ecco perché la progettazione del prompt è così cruciale: non è solo tecnica, ma una forma di comunicazione tra umano e macchina, fatta di linguaggio, tono e struttura.
Un buon prompt deve sempre partire da una considerazione fondamentale: essere chiari, specifici e diretti. Dire “Scrivi un post LinkedIn motivazionale per manager del settore manifatturiero” è molto più efficace che chiedere semplicemente “Scrivi un post motivazionale”. L’IA risponde a ciò che chiediamo. E se siamo vaghi, anche il suo output lo sarà.
Inoltre, l’IA non conosce il nostro contesto operativo: non sa chi siamo, quale sia il nostro ruolo, il nostro scopo o per quale cliente stiamo lavorando. Per ottenere risposte utili, dobbiamo fornire contesto. Chiedere “fammi il budget di quest’anno” senza specificare numeri, settore o finalità, porta a una generazione generica e poco rilevante. Ogni dettaglio che aggiungiamo aiuta il modello a “capirci” meglio.
Tecniche e accorgimenti per prompt efficaci
Una delle tecniche più efficaci è la scomposizione progressiva di attività complesse in passaggi chiari e sequenziali. Se chiediamo all’IA di svolgere un’analisi articolata, meglio procedere a fasi. Ad esempio: “Prima aiutami a identificare i principali driver di costo”; solo dopo potremo dire “Ora strutturiamo un sistema di contabilità analitica basato su quei driver”. Questo approccio incrementale riduce il rischio di fraintendimenti e migliora l’accuratezza delle risposte.
Un altro aspetto spesso trascurato è la dichiarazione del formato atteso. Se vogliamo che il modello risponda con un elenco puntato, una tabella o un testo formale da inserire in una slide, dobbiamo esplicitarlo. L’IA adatterà il tono e la struttura della sua risposta in base a queste indicazioni, migliorando notevolmente la fruibilità del risultato finale.

Infine, una regola d’oro: definisci sempre cosa non vuoi. In molti casi è utile indicare limiti, restrizioni o stili da evitare. Frasi come “non usare tecnicismi”, “non citare ChatGPT”, oppure “non creare paragrafi in elenco” possono fare la differenza. Questo tipo di indicazioni non blocca la creatività del modello, ma la incanala nella direzione giusta, evitando errori o fraintendimenti.
Limiti, rischi e consapevolezza
L’efficacia di un prompt non dipende solo dalla tecnica, ma anche dalla consapevolezza dei limiti insiti nell’IA. Un prompt scritto male può portare l’IA a fornire risposte imprecise, generiche, o addirittura fuorvianti. Spesso accade quando mancano dettagli, o quando si chiede troppo in una volta sola. L’illusione che l’IA “sappia tutto” può generare errori seri, soprattutto in ambiti delicati come finanza, sanità o diritto.
Esiste anche il rischio di generare risposte distorte se il prompt è influenzato da pregiudizi, bias o linguaggi ambigui. L’intelligenza artificiale riflette – e amplifica – ciò che le viene dato. La progettazione consapevole del prompt è quindi anche una responsabilità etica. Per questo è importante formarsi, confrontarsi e testare continuamente approcci diversi.
In conclusione, il prompt engineering è molto più di una tecnica: è un ponte tra l’intelligenza umana e quella artificiale. Un ponte che va costruito con attenzione, intenzione e senso critico. Ogni parola conta. Ogni dettaglio ha un impatto. Ed è proprio nella cura con cui formuliamo le nostre richieste che si misura la qualità delle risposte che riceveremo.

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